la ricerca dell’attenzione di una mamma che è spossata..finto-rilassata, rassegnatasi al suo andare autisticamente nello stesso luogo, ogni giorno, con la sua piccola gioia che tanto sembra volerla mantenere se stessa, in un delicatissimo gesto d’amore. non voglio certo giudicar il suo fare, macché..già me ne stoppai al solo annusare cosa perse, ed in quale momento. tant’é vero che ne sto pensando, al noncaldo di un nonletto sul quale giaccio inerme, silente, è con l’impossibilità di appropriarmi di uno spazio, o di una gerarchia dello stesso..poi non posso continuare a parlarne, perchè schiaffeggiato da impulsi lontani, dall’estrema maniacale importanza che alcuni danno alle cose..dal come una vita priva di interessi, o priva della capacità di viverli, risulti come contenuto vuoto e, praticamente, chiuso. al chiaro di questa flebile luce rossa me ne accorgo, sfatto dalla non concessione che m’ero posto, nel mio vagare silente seduto. qui non c’è acqua, non me ne ragguardo..comunque ne rimango seduto sul nonletto. insomma, la vita qui non sembra male, se sai cosa fare, e se sai leggere e parlare..quello che pensavo di voler vedere l’avevo già visto, ed ora mi rendo conto che voglio toccare, e poi riuscire a farlo anche aprendo gli occhi. il problema non è che io non abbia voglia di imparare, è che non trovo il coraggio di cercare la fondamenta, quel lavorare che permetterebbe di partire verso la direzione che m’immaginavo, sotto i rapidi gocci d’acqua che qui dentro non trovo. ma certe conclusioni sono moltissimo azzardate, allo scoccare delle 24 ore prime.
ho iniziato a scrivere tutto questo mentre aspettavo, mentre aspettavo volenterosamente, voglioso di un riscontro..invece adesso mi ritrovo a dover chiudere la pratica..ma invece no..sembra giusto solo darle una pausa..e raccontare cosa ho fatto oggi come lo si faceva alla mamma, quando da piccolo ti veniva a prendere a scuola.
quindi in fase rigenerante mi allontano..mi allontano un pò in tutti i sensi, anche perchè scopro l’immensa sconcludenza del rapporto tra le due mentalità, ed il che mi porta spessissimo a dovermi giustificare, cosa da me parecchio poco sopportata. e allora cerco di labirintarmi nei meandri del telematismo. talmente irritmico che me lo creo io stesso, battendo con le mie nuove pantofole. poi mi rendo conto che quello che avevo appena scritto no ha senso, e scivolo nei meandri di un abisso che da tempo avevo abbandonato. e mammamia, quanto ce ne da riscoprire. meno male che in alcune occasioni me ne stetti a casa, o feci una passeggiata. meandri indissolubili, come l’inutilità di questo commento.
mi sono lavato, ora posso sorridere più facilmente.