il bambino che sono vorrebbe tornare a giocare, visto che il sole, alto, si comporta come quando con la palla si attraversava un quartiere di solo cemento. stasera mi ciberò allora di sinceri sorrisi, che mi ricordano quella sincerità di comportarsi di quei giorni in cui l’obbiettivo continuo era giocare. ci insultavamo quasi per conoscerci, per appartenenza alle simpatie dei sentito dire, per avere qualcuno con cui sorridere il giorno dopo, per poter allearsi a favore di un combattere inutile, ignorante. talvolta, da piccino, sopperivo alle mie idee allontanandomi quando queste dinamiche sociali si presentavano, mi isolavo e concordavo con la mia razionalità, rafforzavo di concetti le mie intuizioni. se decido di uscire adesso è per incontrare quei sorrisi che mi fanno sentire importante, che mi fanno pensare che quanto stia facendo abbia almeno un minimo valore. ci siamo toccati le mani, io e te, a grande distanza, mentre mi convincevo che le tue domande fossero un modo per dirmi qualcosa di delicato, di non esplicabile in presenza di un soggetto terzo, agente disturbante. poi mi guardavo i piedi, e mi ricordo le ultime promesse che mi ero fatto in merito, che non mi sarei soffermato a pensarti ovunque, a cercare ossessivamente l’immagine perfetta del tuo giacere al mio fianco, fino alla contemplazione del mio respiro sul mio costato, ad amarci come non ho mai potuto amare nessuno. la strana sensazione che questa volta i germogli che vedo sono prodotto di semi ben piantati, quasi miraggio tra gli infiniti campi su cui ho passato giornate a seminare ad istinto. mi sento addosso un enorme pubblico che non esiste, a dove tale percezione ha origine? quale tipo di energie telepatiche mi permette di assecondare il mio inconscio? cosa produce quei brividi? neanche il tempo di voltarmi e il tuo sorriso sa essere quanto tempo fa sognai. mi sento sicuro di quello che i nostri occhi vorrebbero dirsi. siamo arrivati a tanto solo camminando, a ricerca di quel fantomatico equilibrio di cui hai visto solo uno spiraglio. accomodiamoci lontani dalle certezze di chi ci è vicino, da chi ci professa certezze senza essersi curato di quello che pensiamo, ignorando quel percorso che con cura attraversammo. vorrei perfettamente sapere il vero motivo per cui sento il bisogno di vederti ogni giorno. ci penso, oggi non è proprio giornata per contare i granelli di sabbia.