quanta palpabile inconsistenza domina queste giornate. tali da ungersi in sostanze invadenti, degne di insoliti vaneggi afosi, nell’impazzire degli odori evocati dal cemento. nell’insopportabilità del qualunque rischio la noia, la rasento: noia certo da n maiuscola, l’entità madre del non provare nulla, del non riuscire a far nulla. gli amici non ci sono, non ci sono più, forse non li voglio più..i luoghi amici sono ormai struprati quotidianamente; nulla mi rimane. neanche le lenti degli occhiali si riescono a pulire..è tutto così sporco. mi sembra sia ora di cambiare tutto, anche la pelle. hai presente quella sensazione quando credi che tutto ti insegua? fondamentalmente quando ti senti in gabbia..senza far riferimento a persecuzioni, sia chiaro. quando l’acqua non basta, e quando desideresti l’amore di una donna che chiaramente adesso non credi che esista. oppure non c’hai mai parlato. oppure non sei mai stato capace di farlo(!); forse perchè tentavi di intenerire qualcun’altro, con belle parole e quantaltro. quanto schifo..davvero. non posso neanche camminare tranquillo, che in questa città incontrerei sicuramente qualcuno, perchè nella mia vita ho dovuto conoscere chiunque dio cane. voglio cambiare aria. quanta stanchezza. e quanto unto sudore. è un’invasione di cose..irrimediabile tentativo di ri-approprizzazione di un non mai appartenutoti; tra mini-korg e tastierine casio. il disco non gira ed io cerco banale rifugio nella caffeina, nel più delle sue forme. riesco solo a notare cose deprimenti..tra tutti i vari social network poi..dove posso ammirare due persone che discutono sul pene di siffredi di fronte ad un pubblico che ride a pulsante. la creatività sfocia in questo, per questi due simpaticoni che sembra facciano una sfida di freestyle di battute sul cazzo di rocco. persone varie condividono queste cose, ed io, in quanto loro “contatto”, divento partecipante alla loro condivisione..si suppone che costoro condividano queste cose per divertire: come potrei fare a non deprimermi? è una specie di nonsense decadente, di fattispecie latrinica, dis-eterogenea. questa città mi ha stancato, e ci ho vissuto per solo 7 anni e mezzo..e chi c’è nato, mi chiedo com’abbia resistito: con tutto il bene che gli voglio, e che vi voglio..devo andarmene(anche se non proprio domani.). non posso permettermi un finale del genere, lo rimando ad ottobre, o forse novembre. varie persone confessano che gli manco, chissà come saranno tra circa un anno. ammetto che manca poco e lo avverto, ma soffro d’impazienza. vacca dio.