nulla da farci. ci controllano. sempre più; tra mezzi di simil carattere.
vi è un’incredibile controllo sociale; un’eterno distrarre, sfociante in esuberanti manifestazioni di tento sfogo di frustrazioni, bieco raccapricciarsi, vano lamentìo.
frustro anch’io, al tentar di circumnavigare l’eletto linguaggio, sapiente e cosciente esso stesso; tentante l’instimolazione illogica di qual più duopa riflessione: ci provo; ci credo. è che nulla vedemmo, non in mano un quanché di tastaribile che porti i nostri occhi a vaneggiare lucidamente, in soliloqui intro-specchiatici.
e l’evocar di tutto questio non ti è stato pervenuto: non per tua involontà. per volere extra-ciò-che-viviamo, perchè il tuo scopo rimane non pensare, e non t’azzardare a dir che lo fai, non farlo sapere: che d’Io mi linci.