Si presentano soprattutto i ricordi di quanto è stato, non mi fa sentire vecchio. Fantastico sul futuro per costruire ideali di pace da smontare il giorno dopo. La mia emotività si pone come una generazione distante solo in linea orizzontale, coetanea di un’altra dimensione. Il concetto di tempo è sempre più arcaico e non permette all’intelletto di imparare a sbattere le ali. Mistificazioni imposte con le arti, a combattere in silenzio il reticolo culturale della gestione accademica delle emozioni e degli impulsi nobili. La razionalità solo da adulta si è accorta di nuovo che a questo corpo appartiene un sorriso. Tenta di ascoltarlo e ha paura ch’esso si esprima in modo poco accurato, esteticamente non piacevole. Dopo alcune visioni forzate si chiede se l’abbia effettivamente mai ascoltato, riconoscendo il suo essere solo preparata sui libri, scritti in copia unica nel sé. Le varie dimensioni si ascoltano, iniziano a rendersi conto che ognuna emette condizioni di comunicazioni differenti alle nostre abitudini culturali. Il mare d’inverno sa raccontarti questa cosa meglio di molti amici. Ci vuole un millesimo di secondo per il mio cervello per percepire il ricordo della sabbia fredda di notte sui piedi, con i polmoni alimentati a salsedine di tardo luglio. La spiaggia è la stanza dove vorrei scrivere adesso, dove ogni idea nasce nel corpo senza lo sgarbo d’essere pensata. Sarebbe lì che sintonizzerei al mio cuore la dolcezza di quella creatura che ha deciso che la sua sofferenza si rivolgerà solo in privato al suo silenzio. Me la immagino bambina, ad imparare che la solitudine sa dare valori importanti come quelli dell’amare. La sento lontano, io che ho quell’orribile filtro della mia esperienza sulle possibilità di un’elaborazione emotiva. Volto il capo, punto il naso all’orizzonte. Devo al vento la mia capacità di ascoltare e di dipingere un’inquadratura cinematografica con i suoni. L’acqua è subito fredda al primo contatto, poi diventa un rifugio dagli spifferi della notte. Si determina un’ansia che vuole essere la messa a fuoco del raccolto di queste esperienze, l’anello di congiunzione mancante al punto di vista auto declamatosi ricco. Note basse, le poche luci oltre il golfo che definiscono da dietro l’unico scoglio. Questa sera nessuna collina in fiamme ci regalerà il disco che non abbiamo mai ascoltato. Stromboli è ancora circondato dalle sue piccole nuvole. La luna rossa si finge lava subito dietro. Non so se ne avessi mai realmente parlato con qualcuno. Mi sentivo in grado di non avere sensibilità affina con cui condividere le interpretazioni del cielo. Ho iniziato a lungo osservandolo, rendendomi conto dell’incomprensibile. Mi illudo sia possibile con delle luci poste a modo ricrearlo. So che anche stasera rimarrò convinto che una così delicata rappresentazione di colore è un’arte non indagata dalle accademie. Non ho dubbi che qualsiasi avvenimento mi possa distrarre da una nuova osservazione del teatro più sofisticato, del mare roseo e arancione con la spiaggia deserta. A questo ricordo sicuramente ti condurrei, per raccontarti dove ho scoperto quella complessità che in me chiamo innamoramento.