importantissimo, lo zio stranamente si affretta e ci comunica che il roseo galleggiare della luce dietro la sila non può essere ignorato stasera, ahìnoi è pessimo il punto di vista. la neve fa il suo piccolo sforzo e comunque esalta e giustifica il suo essere. occhi rossi e notti che non sanno essere digerite; diverse le ore a guardarsi attorno circondato da sedili, schermi lucenti e telefoni a servizio dei cervelli altrui, pensanti, che agiscono per il/la signor/a padrone/a. chi ha bussato sul tavolo con sguardo severo recitava il giusto oggi. ad occhi sinceri ha saputo brandire correttezza nei confronti di incerti cronici, occasionali metodisti del sapere bene stare insieme che siamo tutti più buoni: qui sempre a favore della rivendicazione dei favori è presente la cinica critica che s’infila sotto le unghie di chi dovrebbe togliersi le briciole dalle spalle. sarei rimasto volentieri nel mio letto ieri notte. voci dicono che non me ne pentirò, l’intestino già viene frustato e recluso ai loro voleri, io, piccolo, cerco un equilibrio nel silenzio dei gratuiti giudizi. tanta strada non è stata fatta per sentire i commenti che solo il chiunque è in grado di partorire con entusiasmo. saggio, oggi, conosco a memoria le vie di fuga. coerente allungo al silenzio i suoi significati più cari. libro caro che non posso leggere perchè il cervello parla continuamente, e le urla accanto sono fastidiosamente molto presenti, crudeli. tocca all’olfatto percepire la vicinanza del mare, e di nuovo a quel senso dei favori farmici portare accanto. non può esistere che io sia qui e che non veda quell’acqua, che mi ha cresciuto come alcune vie di diverse città. penso nichilistico all’avvenire di chi oggi si riempe di parole, di chi oggi fa gli eventi facebbook, pellacra e peste, simile a queste l’immaginario. sarebbe la stanchezza a continuare per me dopo. meglio giacere sul bianco divano. nella solita direzione di ieri i pensieri; nella solita direzione delle ultime settimane i pensieri prima di dormire, su un letto maggiore, con.